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Il Vitigno Aglianico

Il vitigno Aglianico, forse di provenienza greca, è apparso in Italia intorno al VI secolo a.C. e la sua storia estremamente antica è peraltro testimoniata anche dai resti del torchio romano reperito nei pressi di Rionero in Vulture, Potenza.

Oltre all'incertezza circa la datazione del suo periodo di ingresso in Italia, vi è anche quella del suo nome poichè Aglianico potrebbe indicare la sua città di provenienza, l'antica città di Elea, oppure essere semplicemente una storpiature del termine ellenico.

Un'altra testimonianza sul passato del vitigno Aglianico è fornita dal poeta Orazio che aveva dedicato numerose rime non solo alla sua città di origine, Venosa, ma anche al vino locale.

Ritenuto attualmente uno dei migliori vini italiani con oltre 1.500 ettari di superficie registrati nell'Albo dei vigneti e dei vini DOC, è peraltro l’unico del potentino ad aver ottenuto nell’anno 2011 il riconoscimento DOCG con il nome Aglianico del Vulture Superiore mentre l'Aglianico del Vulture ed il Terre dell'Alta Val d'Agri, quest'ultimo con menzione risalente al 1971, rimangono DOC.

La resa massima per ettaro dell'Aglianico è stata fissata in 100 quintali mentre la resa delle uve in vino non può superare il 70% con un processo produttivo che deve essere interamente svolto nell'ambito delle zone di produzione specificate.

Le zone di produzione dell'Aglianico sono essenzialmente 2.

La prima, alle basi del monte Taburno, in provincia di Benevento, origina l'Aglianico del Taburno DOCG mentre la seconda comprende i centri di Palazzo San Gervasio, Rapolla, Rionero in Vulture, Acerenza, Atella, Banzi, Barile, Ginestra, Lavello, Maschito, Ripacandida, Venosa, Forenza, Genzano di Lucania e Melfi.

Nella zona del Vulture le aziende agricole dedicate all'Aglianico sono circa 40 con una produzione annua di circa 3.000.000 bottiglie commercializzate con 113 differenti etichette.

L'Aglianico del Vulture è prodotto con uve di un vitigno autoctono, l'Aglianico, coltivato in aree collinari dai 200 ai 700 metri.

Pur essendo un vitigno rosso prevalentemente coltivato in Basilicata, Campania, Puglia e Molise l'Aglianico è stato recentemente introdotto in California ed Australia.

Il ruolo svolto dal terreno lucano originario di questo vitigno rimane comunque centrale poichè il monte Vulture è in realtà un vulcano spento ed il suolo è pertanto beneficiato in maniera unica da caratteristiche climatiche e pedologiche assolutamente irripetibili.

Nella vite come negli altri vegetali, infatti, il metabolismo, la crescita e la traslocazione degli zuccheri vengono stimolati dal potassio, elemento di cui questi terreni sono particolarmente ricchi insieme ad altri sali minerali.

Le caratteristiche organolettiche dell'Aglianico sono il colore rosso rubino, il profumo armonico che si accentua con l'invecchiamento ed il sapore asciutto e giustamente tannico.

Il processo di invecchiamento è estremamente indicato all'Aglianico che, qualora subisca il trattamento per almeno 3 anni di cui 2 in botti di legno, viene definito “vecchio” mentre nel caso siano superati i 5 anni, di cui almeno 2 in botti di legno, riceve la definizione di “riserva”.

Nel caso non venga invecchiato, l'Aglianico può essere commercializzato solo dopo 1 anno dalla vendemmia e mai prima del 1° Novembre dell'anno successivo.

Il sapore intenso e corposo dell'Aglianico del Vulture gli consente di accompagnarsi felicemente con le carni bianche e più ancora con le rosse, allo spiedo ed alla selvaggina oltre ai formaggi stagionati come il cacio bucato ed il caciocavallo lucano e la sua gradazione alcolica è compresa fra 11,5° e 14°.

L'Aglianico del Vulture, presente anche come spumante da servire preferibilmente fra gli 8° ed i 12°, si presta ottimamente ai dolci tradizionali ed alle crostate.

L'Aglianico del Vulture è dotato di una versatilità considerevole ed è dotato di aspetti molteplici, qualità e caratteristiche organolettiche che lo rendono unico in virtù delle pratiche viticolturali ed enologiche impiegate.

Le espressioni di Aglianico del Vulture disponibili sono infatti numerose passando da vini possenti con complesse e ricche qualità organolettiche a vini con qualità organolettiche più comuni pur a fronte di un buon corpo.

All'esame olfattivo, l'Aglianico evoca frutti a bacca nera e rossa oltre a fiori e grazie al contenuto di polifenoli la maturazione in botte risulta ottima per i vini con lui prodotti.

Questo tipo di lavorazione li rende infatti più eleganti e morbidi nonchè ricchi per caratteristiche organolettiche grazie agli aromi terziari ottenuti.

All'esame gustativo, l'elevata struttura dell'Aglianico del Vulture dovuta al contenuto dei tannini ed il sensibile volume alcolico, mediamente intorno ai 14,5°, sono gli elementi di maggiore impatto mentre a quello visivo si rileva una trasparenza bassa unita a colori rosso rubino brillante ed intenso.



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