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Il Barolo

Il Barolo nasce nelle Langhe, lingue di terra che si estendono in un vivace gioco di profili, modulati dal mutare delle stagioni.

Nasce nel cuore delle colline di Langa, a pochi chilometri a sud della città di Alba, nel territorio di 11 Comuni che si inseguono in un suggestivo itinerario di colline sorvegliate da imponenti castelli medioevali, fra cui quello di Barolo, che ha dato il nome al vino oggi celebre in tutto il mondo.

Attualmente la coltivazione delle uve destinate alla vinificazione del Barolo avviene su una superficie di circa 1800 ettari.

Il Comune di La Morra è in assoluto quello con la maggiore estensione territoriale di vigneti (450 ettari), dai quali si origina oltre il 25% della produzione totale, stimata in circa 11 milioni di bottiglie di Barolo all'anno.

Per conoscere al meglio il Barolo, è interessante soffermarsi sui territori precisi e ben delimitati che si trovano a sud ovest di Alba, in quelle aree integrali dei Comuni di Barolo, Serralunga d'Alba e Castiglione Falletto ma parzialmente anche nei territori dei Comuni di Monforte d'Alba, Diano d'Alba, La Morra, Roddi, Novello, Verduno, Cherasco e Grinzane Cavour.

Determinante, poi, descrivere il vitigno di partenza del Barolo che è esclusivamente il Nebbiolo, uno dei più pregiati nel mondo ed originario anche lui del Piemonte.

Il nome di questo vitigno può essere in particolare ascritto a due caratteristiche specifiche.

La prima è che le uve maturano tardivamente, verso la metà del mese di Ottobre, in corrispondenza della prima comparsa delle nebbie autunnali.

La seconda riguarda le bucce, ricoperte da uno spesso strato di pruina, sostanza naturale che letteralmente va ad “annebbiare” il colore blu-viola intenso dei grappoli.

Il Barolo è un vino di eccezionale qualità che si fregia della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) dal 1980.

Già dal 1966, tuttavia, al Barolo era riconosciuta la DOC (Denominazione di Origine Controllata).

Oggigiorno, ogni bottiglia in commercio presenta un sigillo identificativo sul collo della bottiglia, di colore violetto recante l'inconfondibile contrassegno di Stato.

Il Nebbiolo viene coltivato nella zona del Barolo da tempo immemorabile, ma è grazie a Camillo Benso Conte di Cavour ed a Giulia Colbert Falletti, ultima marchesa di Barolo, che si era cominciato a produrre, a metà dell'Ottocento un vino eccezionalmente ricco ed armonioso, destinato a diventare l'ambasciatore del Piemonte nelle corti di tutta Europa.

A rendere importante il Barolo era ed è la sua struttura che esprime un bouquet complesso ed avvolgente in grado di svilupparsi nel tempo senza perdere le sue caratteristiche organolettiche.

La resa massima delle uve di Barolo è di 80 quintali per ettaro.

Al primo travaso, la resa in vino di queste non deve eccedere il 70%, mentre il limite al termine del periodo di invecchiamento obbligatorio di tre anni non deve essere superiore al 65%.

Dotato di colore rosso granato con riflessi arancione, di un odore caratteristico, etereo e gradevole e di un sapore asciutto, pieno e robusto, il Barolo trova il giusto abbinamento con piatti come arrosti di carne rossa, brasati, cacciagione, selvaggina, cibi tartufati, formaggi a pasta dura e stagionati.

Come tutti i grandi vini rossi, il Barolo può essere anche classificato come vino da meditazione.

Per apprezzarne al meglio le grandi, numerose doti, è consigliabile degustare il Barolo a 20° circa di temperatura, dopo aver stappato la bottiglia almeno due ore prima della mescita.

Al fine di migliorare le caratteristiche organolettiche del prodotto, è consentita dal punto di vista del disciplinare di produzione la miscelazione di vini provenienti da diverse annate per un massimo del 15%; in etichetta deve comunque figurare il millesimo (quantità) relativa al vino aggiunto.

Negli ultimi cinquant'anni, nel caso del Barolo, le annate considerate grandi millesimi sono solo nove.

Il Barolo è un vino che richiede un ben definito tempo di invecchiamento.

Secondo il disciplinare di produzione, devono passare almeno tre anni dal 1° Gennaio dell'anno successivo alla vendemmia per la sua commercializzazione.

Quindi, ad esempio, un Barolo messo in commercio nel 2010 proviene dalla vendemmia del 2006.

L'invecchiamento, in particolare, deve avvenire all'interno di botti di rovere per almeno due dei tre anni.

Sempre con il vincolo dei due anni di invecchiamento in botti di rovere, superati i cinque anni il Barolo può essere commercializzato con la denominazione “Riserva”.

Esiste anche un particolare tipo di Barolo aromatizzato, detto Barolo Chinato.

Viene addizionato di zucchero, alcool ed erbe aromatiche come ad esempio il rabarbaro, la radice di genziana e la China calissaia, i cui aromi vengono estratti tramite una macerazione a temperatura ambiente.

Dalle vinacce del Nebbiolo si ottiene inoltre la grappa di Barolo, che ha un sapore morbido ed intenso.

Solo dopo diversi anni di invecchiamento nelle botti di rovere (almeno tre) la grappa acquista il suo caratteristico colore paglierino, leggermente ambrato.

La gradazione alcolica finale di questo distillato si aggira intorno ai 45 gradi alcolici.



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