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Amarone

L'Amarone è un vino conosciuto ed apprezzato internazionalmente malgrado la sua storia sia molto recente.

Infatti, si potrebbe correttamente affermare che l'origine dell'Amarone sia da attribuire ad un vero e proprio errore.

E' giusto sottolineare che l'Amarone ha una correlazione diretta con il dolce Recioto.

Questo poichè sia l'Amarone che il Recioto sono vini ottenuti da uve appassite di Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta e Negrara.

Queste uve, raccolte manualmente nel mese di Settembre, vengono fatte appassire in maniera naturale all'interno di cassettine che consentono l'evaporazione dell'acqua contenuta negli acini, acqua che poi si concentra naturalmente nel mosto.

Nel mese di Gennaio, quando vengono pigiate le uve dell'Amarone, la concentrazione di zuccheri è decisamente elevata e questo determina un vino molto strutturato ed importante.

La differenza tra Recioto ed Amarone risiede appunto nella fermentazione.

Nell'Amarone, infatti, la parte zuccherina, trasformata in parte alcolica, determina un vino strutturato, deciso ed alcolico.

Le caratteristiche organolettiche dell'Amarone sono il colore rosso carico tendente al granato con l'invecchiamento, l'odore accentuato, il sapore pieno, vellutato e caldo.

Il profumo dell'Amarone è di frutta matura e di lamponi mentre in quello più invecchiato si possono percepire sentori di muschio e di goudron.

La gradazione minima prevista dell'Amarone è di 14º ma può raggiungere anche i 17º.

La zona classica di produzione dell'Amarone corrisponde all'intera fascia pedemontana della provincia di Verona, dal lago di Garda fino al confine con la provincia di Vicenza.

La zona è costituita da una vallate e colline dove possono individuarsi alcune caratteristiche comuni e proprie della Valpolicella.

La protezione dei monti Lessini a Nord, il vicino del lago di Garda e l'esposizione a sud dei terreni collinari e di fondovalle, caratterizzano il clima in cui cresce l'Amarone della Valpolicella, mite e non troppo piovoso.

Ma da dove deriva il termine Amarone?

A quanto pare, il nome di questo rosso veronese strutturato, Amarone, deriva dalla parola “amaro”, usata per distinguerlo dal dolce del Recioto della Valpolicella da cui sembra aver avuto origine.

La denominazione Amarone, per indicare il Recioto Amaro o Recioto Secco, risale alla primavera del 1936, per precisione nella Cantina Sociale Valpolicella, che all'epoca aveva sede presso Villa Mosconi ad Arbizzano di Valpolicella.

Una volta il capocantina, dotato di palato e fiuto eccezionali, aveva ritrovato una botte di recioto dimenticata in qualche angolo e spillando il Recioto Amaro dal fusto di fermentazione, aveva esclamato entusiasticamente esclamazione entusiastica: “questo non è un Amaro, è un Amarone”.

In maniera del tutto involontaria, il capocantina aveva così regalato alla Valpolicella la parola magica subito utilizzata nell'etichetta.

Nell'ingresso attuale della Cantina Sociale di Negrar è esposta una lettera di spedizione del 1942 con descrizione di “Fiaschetti di Amarone 1938”.

Si tratta del recioto che, messo in botte e poi dimenticato da qualche parte, aveva continuato a fermentare fino a divenire secco.

Gli zuccheri, trasformati in tal modo in alcol, avevano fatto perdere la dolcezza al vino e per questa ragione gli era stato affibbiato il nome di Amarone.

Naturalmente, una volta scoperto in tale fortuita maniera, l'Amarone non era stato subito perfetto ed a volte veniva fuori per combinazione, ancora dolce ma con un sapore finale di mandorla, probabile risultato di una partita di Recioto la cui la fermentazione non era stata controllata bene da parte del produttore.

La prima etichetta ed il primo documento relativo ad una vendita di Amarone risale al 1938 anche se ufficialmente la sua commercializzazione inizia nel 1953 da parte della cantina Bolla ed il successo, peraltro ottenuto subito, resta ristretto ad un pubblico di appassionati tanto quanto era e rimane la produzione dell'Amarone, che copre il 10% di tutta la produzione dei vini del territorio, dominati dal Valpolicella e dal Valpolicella Superiore.

Il primo disciplinare di produzione ed il riconoscimento della Doc risalgono al 1968, anno dell'approvazione ufficiale dell'Amarone mentre specifici decreti ministeriali sono stati adottati successivamente al fine di tutelare l'identità delle diverse tipologie inserite nella denominazione Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Recioto della Valpolicella ed Amarone della Valpolicella.

Il successo di Amarone della Valpolicella continua nel tempo, rafforzato dall'attenzione di giornalisti ed esperti di vino che lo inseriscono nelle più importanti guide enologiche come Buoni Vini d'Italia Touring Club, Vini d'Italia Gambero Rosso, Veronelli, Luca Maroni, Espresso, Enogea, Wine Enthusiast.

L'esperienza che serve per Portare al giusto appassimento le uve destinate al prezioso vino Amarone è molto elevata in quanto tale passaggio è fondamentale al punto che qualcuno ha definito questa fase una seconda vendemmia. Le uve, in ottime condizioni e perfettamente mature anche internamente, vengono infatti selezionate già al momento della raccolta, nelle prime due settimane di Ottobre ed i grappoli, che devono avere gli acini non troppo vicini tra loro in modo che lascino circolare l'aria, sono oggetto di attento esame.

I grappoli del futuro Amarone sono poi adagiati in plateaux impilati nei fruttai e cioè locali areati che si trovano al di sopra di abitazioni e cantine e verranno successivamente girati e controllati periodicamente per poi lavorare le uve in fretta, al momento giusto.

La fase di appassimento delle uve dell'Amarone è lunga circa 120 giorni e risente della percentuale di acqua contenuta in origine nelle uve, acqua che deve poi sparire dagli acini nel corso di questa importante fase alla fine della quale gli zuccheri rimarranno quasi intatti.

La conseguenza più evidente di questa operazione, oltre all'avvizzimento degli acini, è la perdita di peso dei grappoli stessi che varia secondo il tipo di uva: dal 35% al 45% per la Corvina e dal 27% al 40% per la Rondinella.

La fase di pigiatura e la macerazione delle bucce è lunga e solitamente inizia a fine Gennaio mentre ancora più lenta, circa 30-50 giorni, è la fermentazione a bassa temperatura.

In questa maniera gli zuccheri, per effetto dei lieviti, si trasformano in alcol e se il vino, nella sua fase finale, manterrà una bassa presenza di zuccheri allora potrà definirsi Amarone.

Al contrario, a fronte di una quantità superiore di zuccheri, si otterrà il Recioto.

Le uve messe ad appassire non possono essere vinificate prima del 1º Dicembre.

L'Amarone richiede un invecchiamento minimo di due anni a partire dal 1º Gennaio successivo alla vendemmia.

Naturalmente, l'intera operazione per ottenere l'Amarone, dall'appassimento delle uve alla vinificazione sino alla stagionatura ed all'imbottigliamento finale, debbono essere effettuate nella zona DOCG.

L'Amarone è un grande rosso che si coniuga perfettamente con i sapori dell'autunno e dell'inverno, con brasati, stracotti, spezzatini, arrosti e specialmente selvaggina.

Come rosso corposo, può essere accompagnato a piatti quali selvaggina e carni arrosto ma non disdegna la compagnia di salumi e formaggi stagionati oltre naturalmente ai piatti tipici della tradizione nonchè allo stesso risotto all'Amarone.

Anche da solo, l'Amarone si conferma degno di un gran finale di cena od accompagnare una meditazione.

Il prezzo di vendita dell'Amarone, solitamente abbordabile, ha sicuramente contribuito alla diffusione di questo grande rosso.



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